Un tè con Chiara Parnanzini

Chi è Chiara?

Chiara Parnanzini è una graphic designer, vive e lavora a Verona e oggi berremo un tè virtuale con lei, anche se preferisce decisamente il caffè. E scopriremo qualcosa di più del suo mondo.

Ciao Chiara, parlaci un po' di te

Ciao! Sono una graphic designer e illustratrice. Dopo la laurea in Lingue Orientali presso l'università Ca' Foscari ho deciso di dedicarmi a quella che era la mia vocazione, ossia il graphic design. Sempre a Venezia ho frequentato un master di due anni, dedicato alla grafica e al web design.
Sin da piccola ho avuto l'esigenza di comunicare creando qualcosa, soprattutto disegnando. Quando mi è stata data la possibilità di usare un computer, ho da subito iniziato a usare i diversi programmi di disegno e fotoritocco.
A scuola ho imparato l'uncinetto e il punto e croce e anche queste attività mi davano modo di creare qualcosa di materiale e di esprimermi.
Durante l'università ho accantonato l'illustrazione e questa è stata per me una grande mancanza. Infatti i miei appunti erano sempre pieni di scarabocchi, perché rimaneva sempre quell'esigenza di prendere una matita e disegnare. Per questo, dopo la laurea, ho deciso di assecondare questa mia passione e di approfondirla imparando qualcosa di nuovo con il master che ho frequentato.

Che cosa ti aiuta mentre crei qualcosa?

Mi aiutano tantissimo la musica, la fotografia, soprattutto le fotografie di street art, che hanno dei colori molto forti. Molta arriva anche dal mondo del fumetto, dai film e da tutto ciò che a livello di immagine mi rimane impresso nella mente. Questo mi invoglia a prendere un foglio e a disegnare.
Per quanto riguarda i film, Burton e Tarantino sono le mie principali fonti di ispirazione, soprattutto per il loro utilizzo dei colori. Lo stesso vale per i film di animazione, come quelli dello Studio Ghibli e della Disney.
Nel mondo del fumetto i miei riferimenti principali sono Tite Kubo, autore del manga Bleach e di molte graphic novels e Katsura Hoshino, autrice del manga D.Gray-man. Invece, per quanto riguarda il mondo Europeo, seguo Jamie Hewlett, famoso per la creazione della cartoon band Gorillaz. Quest'ultimo mi è stato di grande ispirazione per delle composizioni più moderne, pop e colorate.
Chiara Parnanzini
Intervista con Chiara Parnanzini
Chiara Parnanzini
Chiara Parnanzini
Gallery CPK DTra gli altri che seguo ci sono Zipcy, un'illustratrice coreana e l'italiana Alessandra Criseo.
Alessandra Criseo mi è stata d'ispirazione per realizzare la serie dedicata al lockdown sul mio profilo Instagram. Durante quel periodo ho creato un lookbook con dei piccoli autoritratti, legati a diverse attività che ho svolto, come cucinare, fare esercizio fisico, andare a fare la spesa e ovviamente disegnare.

Come nascono i tuoi lavori?

Quando mi viene dato un brief, di solito faccio una ricerca per capire l'argomento. Poi creo una moodboard con immagini e parole, in cui cerco di pensare attraverso foto e colori in che modo posso trasmettere un messaggio. Creo anche una piccola bozza.
Per la Box è stato un po' diverso per il fatto che conoscevo bene l'argomento, quindi mi sono legata per lo più a foto e colori e da lì si è creata l'idea dell'illustrazione.
In quel caso specifico ci sono dei rimandi a Kim Chang Bae, un pittore coreano che realizza spesso scene legate al rituale del tè.
Facendo una ricerca ho scoperto il colore tradizionale degli abiti dell'isola di Jeju, da dove provengono due dei tè della Box. Si tratta di un colore simile al terra di Siena, che ho deciso di adattare all'hanbok, l'abito tradizionale coreano. Ho voluto dare un tributo alle tradizioni coreane, forse meno conosciute rispetto a quelle giapponesi e cinesi.

Tutte le foto sono state realizzate da Chiara Parnanzini.