Lapsang Souchong: il primo tè nero è nato a Wuyishan

Il Lapsang Souchong è forse uno dei tè neri più conosciuti al mondo. Secondo la leggenda è il primo tè nero (o rosso) che sia mai stato prodotto circa 400 anni fa.
Ciò che lo rende molto amato è la fase di affumicatura a cui le foglie vengono sottoposte al termine della lavorazione, un'affumicatura speciale che avviene utilizzando legno di pino o cedro.
Tuttavia negli ultimi anni si è diffusa, soprattutto per il mercato interno cinese, una variante che non subisce questa fase di affumicatura, ma racchiude ugualmente note davvero interessanti.
Nella Box Autunnale hai trovato una varietà non affumicata, conosciuta anche come unsmoked, proveniente da Wuyishan e ottenuta dalla lavorazione di foglie di piante selvatiche. Qui viene prodotto dalla famiglia Chen, che da generazioni si dedica alla coltivazione di tè in 5 ettari di terreno. Le piante qui non sono coltivate come piantagione, ma sono lasciate crescere in maniera il più possibile spontanea, senza l'utilizzo di pesticidi.

Da dove viene il Lapsang Souchong

Il luogo tradizionale di produzione del Lapsang Souchong è il villaggio di Tong Mu Guan, situato nei Monti Wuyi. Questa zona è celebre per la produzione di un altro tè rosso cinese, il Jin Jun Mei.
Tong Mu Guan è caratterizzato da un clima freddo e umido, con molta nebbia.
Il nome cinese di questo tè è Zhengshan Xiaozhong (zhengshan significa "monte originale"; xiaozhong fa riferimento alla dimensione delle foglie, ovvero foglie piccole di Camellia Sinensis var. Sinensis; la traduzione completa è "Pianta di tè a foglia piccola proveniente dalla montagna originale".
La sua origine sembra risalire a 400 anni fa, nella contea di Chong'an, che oggi corrisponde a Wuyishan.
All'epoca si produceva tè verde e sembra che in un villaggio fosse proprio in corso la lavorazione delle foglie per produrre questa tipologia di tè.
Dopo la raccolta, i contadini disposero le foglie di tè sul pavimento, ma in quel momento il villaggio venne invaso da dei soldati che misero in fuga tutti i contadini, lasciando la produzione di tè incustodita.
I soldati occuparono il villaggio e decisero di accamparsi proprio nella stanza in cui era in corso la lavorazione del tè, tanto da mettersi a dormire proprio sulle foglie.
La leggenda narra che proprio i soldati, muovendosi durante il sonno, causarono una sorta di rullatura delle foglie di tè, la stessa che fa parte del processo di lavorazione del tè rosso e che aiuta a innescare l'ossidazione.
Il giorno seguente i soldati se ne andarono e i contadini tornarono per completare la produzione del tè, anche se probabilmente il prodotto finale non sarebbe stato di buona qualità.
Per non sprecare le foglie raccolte, decisero di essiccarle con l'utilizzo del fuoco, bruciando legno di pino. Questo aspetto fece sì che le foglie assumessero l'aroma affumicato del legno. Sembra che qualche anno dopo gli Inglesi provarono questo tè e lo trovarono incredibile, acquistandolo e iniziando così una vera e propria tradizione legata al tè affumicato.

Lapsang Souchong di Wuyishan da Alberi Selvatici

Per la Box Autunnale ho pensato di proporti questo Lapsang Souchong da alberi selvatici, uno dei migliori della produzione della famiglia Chen (che produce anche la variante affumicata di questo tè, oltre a dei buonissimi oolong di roccia).
In quest'area è posssibile trovare piante di tè classificabili come Cai Cha, ovvero cultivar indigene. Il nome di una di queste è Wuyi Qi Zhong, tra l'altro ideale per la produzione di un altro tè rosso della zona, il Jin Jun Mei.
Ciò che colpisce di questo tè è l'inconfondibile aroma di frutta tropicale, in particolare il mango, che fa anche pensare a un aroma latteo, cremoso, quasi oleoso. Questa è una caratteristica un po' insolita per i tè rossi, che solitamente si può pensare rimandino a note più agrumate.
In questo caso la parte agrumata è presente, ma convive con questo aspetto più morbido dato dal mango, rendendo questo un tè dal ricco profilo aromatico.
Puoi preparare questo tè sia con la tecnica di infusione occidentale, sia con quella orientale. La seconda ti permette di testare queste foglie di tè e vedere quante infusioni riescono a reggere. Intorno alla seconda, terza infusione, ho percepito delle lievi note di incenso, una tipologia di aroma vicina all'affumicatura, ma non uguale.
L'incenso è più delicato ed è dato certamente dagli olii essenziali presenti sulle foglie di tè, che soprattutto nei tè neri, grazie al tipo di lavorazione e all'effetto della rullatura, ne permette un'alta concentrazione, facendo sì anche che il liquore in tazza sia colorato e veramente aromatico.